mercoledì 15 gennaio 2014

Politicanti...

L’incapacità degli uomini…

Come i medici con Ippocrate, gli architetti, gli avvocati, ma, anche i politici dovrebbero legare etica, morale, conoscenza, onestà impegnandosi a realizzare il meglio per il loro prossimo… Sembra che l’opera perversa di strane alleanze influenzi tutti coloro che della politica ne fanno professione.

Vorrei insistere qui sull’etica, sulla morale: Un politico deve corrispondere alle aspettative del cittadino e del paese, chiunque sia e qualunque siano le sue richieste.

Mentre svolge il ruolo affidatogli dall’elettore, trasforma in un certo senso le aspettative di un bisogno in fatti concreti…

Per stare un po’ più nel mio campo, un passo di un autore antico, Vitruvio, straordinario architetto dell’età di Augusto, importante per via del suo trattato “De Architectura”, una vasta opera composta da più volumi, unica nel suo genere. In Vitruvio c’è un passo che delinea la figura dell’architetto ideale, indicandone le caratteristiche, in particolare vorrei citarne una: egli deve essere in grado di giudicare gli aspetti di ogni altra arte… Sto pensando a un politico con questa caratteristica…Non trovo nomi…

L’Italia è piena di individui che hanno costruito in silenzio l’economia di questo paese. Un sistema nato dalla volontà dell’impegno, della passione del fare, del costruire…Certo, il sistema globale finanziario è in crisi e non possiamo non guardare oltre il confine, certo è, che noi, dobbiamo prima risanare il nostro sistema, ritrovando quella sovranità persa che ci ha costretti a calare i calzoni…

Il nostro paese ha ancora diversi punti di forza da cui poter ripartire. Dopo un 2013 ancora disastroso, ci rimane poco tempo affinchè ci si rimbocchi le maniche e si concretizzino idee possibili, capaci di dare risposte all’impresa, alle famiglie, ai giovani…

Da anni troppe figure vogliono essere primi attori. Chiunque si avvicina sulla scena pubblica vuole dire, cambiare, stravolgere percorsi intrapresi, portare la propria squadra di burocrati e finti tecnici al comando attraverso incarichi di prestigio e di potere, senza rendersi conto che bloccano quel poco di buono che stava avvenendo…Il governo attuale, le manovre del Pd ne sono esempio…

Viviamo di frasi fatte, demagogia e finto buonismo, mentre tutto arranca e gli imprenditori continuano a morire, le famiglie stentano e i giovani non trovano risposte per il futuro…

Siamo i figli dei propositi mancati…Ricordo quando c’erano le “casse rurali”, parlavi col direttore e tutto era più semplice…Oggi, i fondi per le imprese non ci sono, meglio, ci sono solo attraverso le parole dei politici, poi, di fatto se vai in banca non ti danno nulla se non hai nulla…

Artigianalità, filiere, botteghe, cultura, arte, idee, spirito di collaborazione, abbiamo tutto, non ci manca niente. Ci manca la testa che guida il sistema…

Rammento le recenti elezioni amministrative nella mia Gorgonzola. Ha vinto il Pd con un paniere di promesse e un nuovo inizio decantato a ogni vicolo, a ogni uomo e donna. Oggi è peggio di ieri. Oggi ci siamo ritrovati con le aliquote al massimo, con sprechi per incarichi dubbi, nessuna strategia per la crescita, una cittadina gioiello della Martesana che è un dormitorio, un punto di passaggio conosciuta perché ci arriva la metropolitana in cui le barriere architettoniche sono ancora in discussione… Tutto il paese è in queste condizioni. Gli uomini della strada quando vestono i panni del politico, si trasformano, colti da insolite febbrili allucinazioni…Stiamo attenti, troppi vogliono vestire i panni della “Marchesa Vien Dal Mare”

Mancuso.


venerdì 10 gennaio 2014

Dentro il tema...Quelli di sinistra sono bugiardi?

Quelli di Sinistra sono “Bugiardi”?

Le visioni che interrompono il tempo meditativo, devono necessariamente lasciare il posto alla realtà per ritrovare il pensiero comune di un centro destra unito...Non possiamo parlare di idee comuni se alterniamo suggestioni cinematografiche per rispolverare errori da attribuire a questo o quello...Se vogliamo ritornare ad essere il punto di riferimento per i cittadini gorgonzolesi dobbiamo guardare al domani.

Il messaggio più volte ribadito: Il centro destra può crescere solo se saprà mettere in atto una “rivoluzione mentale” che abbandoni i personalismi per dedicarsi attraverso le proprie competenze alla valorizzazione di idee e proposte fattibili…

Quelli di sinistra sono “bugiardi”? Questa è la domanda frequente a cui nessuno ha risposto. Dobbiamo ripartire da questa domanda per ridisegnare il vero nuovo percorso del dialogo tra politica, partecipazione e conoscenza. Un’idea a cui l’attuale amministrazione non ha voluto rispondere, mancando alle tante promesse fatte in campagna elettorale…Oggi Gorgonzola è quella di sempre. Una cittadina disordinata, priva di un piano di riordino nei lavori che interessano il territorio come pure nelle posizioni assegnate in modo quasi silenzioso nelle commissioni che contano…Gli stessi consigli comunali confermano le mancate risposte ai cittadini e agli stessi consiglieri di opposizione. Mai risposte esaustive a chiarire l’oggetto di una discussione, un’interpellanza, una mozione. Io, non sono il Sindaco, ma, ho sempre suggerito la mancanza di comitati di eccellenza nelle diverse aree di competenza. I falsi buonismi legati alle parole non danno il pane a nessuno, non aiutano le famiglie, le imprese, i giovani, lo sviluppo e gli accadimenti che verranno e ci chiamano a essere presenti e partecipativi, vedi Expo 2015…La buona politica è il frutto del confronto, non sono interessato alla divisione di bandiera, bensì alla collaborazione e al confronto. Mi permetto di consigliare nuove strategie che permettano di intraprendere quel vero rinnovamento di cui Gorgonzola necessita affinchè ritorni ad essere l’esempio di un tessuto urbano in cui tutti noi possiamo riconoscerci. Lavorare su idee precise che partano dallo spazio collettivo della città, e dalla riqualificazione urbana nell’intento di far rivivere ogni quartiere…

Mancuso.


Fuori tema...Perchè quelli di sinistra sono bugiardi?

I “fuori” tema della sinistra.

 Avrei voluto un comune con un nuovo quadro di riferimento nel quale si fosse tenuto conto delle modificazioni intervenute nella vita sociale ed economica della città e sulle contromisure da adottare. Il “nuovo inizio” mi ha fatto pensare a una sorta di collaborazione e confronto costruttivo con l’opposizione. Stravolgere i vecchi canoni dell’amministrare per creare quel dibattito capace di produrre idee, nuova  linfa a un sistema polveroso fatto di parole, ripicche, presunzione, critiche senza soluzioni certe.   Mi rendo conto che, la riduzione del coefficiente capitale/prodotto, è necessariamente dimezzato per i comuni, basti pensare ai tagli praticati dallo stato e alla virtuosità a cui i comuni sono assoggettati . Il nuovo inizio, non deve necessariamente essere un’alchimia imposta.
 Se la politica del divenire sarà quella espressa nei consigli comunali ai quali abbiamo assistito, possiamo derubricarli come eventi irrilevanti, incomprensibili per ciò che sarà la politica futura:  Il Sindaco che si perde nelle risposte che non trova,  gli assessori poco attenti a ciò che si dichiara, si scrive e si pubblica,  consiglieri che scambiano la sala consigliare per un’aula di tribunale, sollevando arringhe degne di Toga, ma, prive di senso.
Una delle buone abitudini dei vecchi Sindaci era l’attenzione verso il cittadino, la sensibilità verso i problemi del territorio, dagli spazi collettivi, alla sicurezza, alla dignità degli spazi comuni. Anche se in termini raffinati, i cittadini lamentano le carenze dei piani attuativi propagandati a gran voce in campagna elettorale. Il fare oltre al pensare, non presumeva le aliquote al massimo, neppure la ricerca di un milione di Euro per recuperare il vecchio Mulino. Mi sarebbe piaciuto leggere che il Sindaco era alla ricerca di un milione di Euro per diminuire le aliquote, agevolando le famiglie più deboli, un commerciante in difficoltà, una micro impresa. Il malessere del paese coinvolge tutti, ma, non può più bastare come scusante, bisogna cambiare il modo di guardare e di confrontarci con tutti per portare a casa il risultato migliore. L’esempio della nostra partecipazione al tavolo dei Comuni per Expo 2015, fiera che esalta all’inverosimile il biologico e le pratiche agricole minimaliste, come può attirare l’industria agroalimentare ancora commercialmente irrilevante per gli investitori?  Pur non essendo esperto del settore, Il coinvolgimento in un dibattito pubblico di tutte le forze politiche e del cittadino, sarebbe stata cosa gradita al fine di comprendere e magari trovare spunti per sfruttare un evento così importante. Quali benefici per la nostra città, quali tempi, quali interventi possibili? Ho letto due cose a riguardo e visto qualche foto dei Sindaci a confronto sul tema… Un po’ poco!
Grazie Mancuso


mercoledì 27 novembre 2013

Figli degli slogn "Tutti a imporre la propria persona?" A me non serve...

Qualcuno mi scrive: “Caro Domenico, è già finita la voglia di riunire il centro destra?”

In questi anni ho imparato a conoscere gli uomini. Ho imparato che la passione non è un fatto sempre trasmissibile, contagioso…Spesso prevale la presunzione della parola, la perdita di rispetto verso gli altri, l’opportunismo, la menzogna, l’uso della persona perché ci serve e non perché ne apprezziamo le idee, le capacità. Trovo così, interessante fermarsi, riflettere, guardare da fuori come siamo e come siete per poi, magari ritornare per ricominciare.
Nell’agenda di un percorso, in mezzo ai tanti impegni, eventi, collaborazioni, proposte, attività sempre in prima fila, con la faccia, col cuore, con la passione degli uomini consapevoli,  che da sempre hanno privilegiato le quinte, mi viene lo spunto di un’analisi sul tema del “principio”.
Senza voler imporre un percorso da condividere, neppure archetipi per narrare cose che già sapete, non si può non sottolineare la mancanza di un processo evolutivo nell’uso, nella pratica e nell’abuso del modo di fare e concepire la politica.
La politica è in cerca di radici, così come gli uomini che, hanno bisogno di un arco temporale per riflettere e riconsiderare i fatti.
Ideologie, slogan, posizioni arcaiche che non rispecchiano più la domanda sociale, il disagio, e neppure le nuove sfide a cui siamo chiamati a rispondere…Tutto deve ritrovare inizio dal territorio, dalle risorse, dalle idee di molti. Il disagio non è del singolo individuo, il disagio è collettivo, l’origine non è psicologica ma economico/culturale…
L’individuo, deve riconoscere le proprie capacità, esplicitarle e vederle fiorire attraverso un percorso tecnico condiviso. La ragione non mi pare l’elemento chiave di questa società, regolatrice dei processi sociali e di sviluppo.
Chi non possiede cariche si duole di non poter dare emozione alle proprie idee, senza aver considerato che magari sono mediocri. Chi ha il potere è convinto di un fatto divino e quindi si pregia solo delle proprie considerazioni… Chi vive di ideologie non accetta il contraddittorio, convinto di possedere verità a risposte per un futuro migliore…Non mi piace vendere aggettivi, io, stesso sono pieno di difetti. Posso solo dare un consiglio: guardiamoci meglio allo specchio…Il rispetto riparte da qui…

Mancuso…



giovedì 7 novembre 2013

I "FUORI" tema della sinistra.

I “fuori” tema della sinistra.

 Avrei voluto un comune con un nuovo quadro di riferimento nel quale si fosse tenuto conto delle modificazioni intervenute nella vita sociale ed economica della città e sulle contromisure da adottare. Il “nuovo inizio” mi ha fatto pensare a una sorta di collaborazione e confronto costruttivo con l’opposizione. Stravolgere i vecchi canoni dell’amministrare per creare quel dibattito capace di produrre idee, nuova  linfa a un sistema polveroso fatto di parole, ripicche, presunzione, critiche senza soluzioni certe.   Mi rendo conto che, la riduzione del coefficiente capitale/prodotto, è necessariamente dimezzato per i comuni, basti pensare ai tagli praticati dallo stato e alla virtuosità a cui i comuni sono assoggettati . Il nuovo inizio, non deve necessariamente essere un’alchimia imposta.
 Se la politica del divenire sarà quella espressa nei consigli comunali ai quali abbiamo assistito, possiamo derubricarli come eventi irrilevanti, incomprensibili per ciò che sarà la politica futura:  Il Sindaco che si perde nelle risposte che non trova,  gli assessori poco attenti a ciò che si dichiara, si scrive e si pubblica,  consiglieri che scambiano la sala consigliare per un’aula di tribunale, sollevando arringhe degne di Toga, ma, prive di senso.
Una delle buone abitudini dei vecchi Sindaci era l’attenzione verso il cittadino, la sensibilità verso i problemi del territorio, dagli spazi collettivi, alla sicurezza, alla dignità degli spazi comuni. Anche se in termini raffinati, i cittadini lamentano le carenze dei piani attuativi propagandati a gran voce in campagna elettorale. Il fare oltre al pensare, non presumeva le aliquote al massimo, neppure la ricerca di un milione di Euro per recuperare il vecchio Mulino. Mi sarebbe piaciuto leggere che il Sindaco era alla ricerca di un milione di Euro per diminuire le aliquote, agevolando le famiglie più deboli, un commerciante in difficoltà, una micro impresa. Il malessere del paese coinvolge tutti, ma, non può più bastare come scusante, bisogna cambiare il modo di guardare e di confrontarci con tutti per portare a casa il risultato migliore. L’esempio della nostra partecipazione al tavolo dei Comuni per Expo 2015, fiera che esalta all’inverosimile il biologico e le pratiche agricole minimaliste, come può attirare l’industria agroalimentare ancora commercialmente irrilevante per gli investitori?  Pur non essendo esperto del settore, Il coinvolgimento in un dibattito pubblico di tutte le forze politiche e del cittadino, sarebbe stata cosa gradita al fine di comprendere e magari trovare spunti per sfruttare un evento così importante. Quali benefici per la nostra città, quali tempi, quali interventi possibili? Ho letto due cose a riguardo e visto qualche foto dei Sindaci a confronto sul tema… Un po’ poco!
Grazie Mancuso


sabato 2 novembre 2013

TORNANO IDEE "SINISTRE"

Di Vito De Santis

Il 4 novembre si celebra una vittoria.
Una vittoria giunta alla fine di una sanguinosissima guerra, combattuta da uomini valorosi:
Fanti, Alpini, Marinai, Carabinieri che pagando un pesantissimo tributo di sangue diedero vita alla nostra

PATRIA

Da sempre Gorgonzola (e tutta l' Italia) celebra questo anniversario facendo sfilare per le vie della Città le bandiere militari delle associazioni (Marinai, Alpini, Carabinieri) che sentono ancora le voci strazianti di chi perì su suolo ostile.

Quest' anno il nuovo Sindaco, fedele alle vecchie tradizioni di una sinistra antipatriottica che con lo sventolìo di bandiere rosse ha ingannato intere generazioni di Italiani, ha deciso di fare un corteo più variopinto...troppo per i nostri gusti.

Chiediamo con forza al Sindaco di farci sapere sulla base di quale principio egli ritiene che si possa far marciare assieme le gloriose Bandiere Militari di chi ha pagato con il sangue la nostra pace e le, meno riverenti, bandiere di chi gridava in piazza: 10, 100, 1000 Nassirya....

Essere primo cittadino impone imparzialità: ad ognuno le sue feste.
Essere primo cittadino impone anche, alcune volte, di fermarsi, pensare e se necessario,

VERGOGNARSI

mercoledì 30 ottobre 2013

Spazio comune Gorgonzola

“Liberi di scegliere, liberi di partecipare, liberi di proporre, liberi di lavorare mantenendo la vostra storia, il vostro percorso, la vostra ideologia, il vostro schieramento, ma, liberi di creare una destra forte, numerosa, capace, concreta nei fatti e nelle idee”.

Non è uno slogan, ma ciò che ha caratterizzato l’incontro del 24 sera, che ha visto una buona parte del centro destra locale, e la partecipazione di alcuni cittadini a confronto presso la sede di TF. L’intento a cui stiamo lavorando è quello di dare vita a un soggetto composto da tutte quelle forze politiche e non solo, che hanno la volontà di intraprendere un cammino insieme per dare voce a un centro destra altrimenti diviso e frammentato.

Lo scopo di superare il confronto come primo scoglio, senza riciclare gli avvenimenti di ieri, la questione di come governare il cambiamento nel modo più efficace, responsabile e trasparente verso il cittadino che vuole ritrovarsi in quei valori sociali a cui forse non abbiamo saputo guardare con attenzione, in modo collettivo, ma frammentando e disarticolando l’offerta attraverso schieramenti che hanno confuso(forse)il quadro politico locale, e quindi l’opinione pubblica.

Per essere concreti, come primo incontro, posso affermare che la volontà verso il cambiamento per un bene comune, ha trovato la partecipazione di Baldi, Volpi, Fratelli d’Italia con i suoi collaboratori, Molinelli, qualche cittadino, qualche giovane universitario, già presente in TF, il mio direttivo, De Santis, Ronzoni….Ringrazio chi non ha potuto intervenire, ma mi ha dato appoggio e solidarietà, ringrazio chi ancora è titubante verso l’iniziativa, ma, speranzoso che capirà la bontà del progetto, che per il momento vorrei etichettare con un soggetto dal nome: ”Spazio comune Gorgonzola”

R.Ronzoni



mercoledì 24 luglio 2013

In consiglio Comunale...Illusione???

Io, non sono il Sindaco e neppure faccio parte della giunta…

Sfuggire alle regole e alla retorica per ripensare con maggior serenità e apertura a possibili finalità e miglioramenti dell’attuale struttura  di un Consiglio Comunale che, così come si è svolto ha il sapore del già detto, già visto, già con la muffa.
Il paradosso ci ha mostrato interpellanze insensate, fuori tempo perché il tempo della presenza di Stucchi è un fatto di giorni. Pochi per poter adempiere e dare risposte esaustive non ai consiglieri, ma, alla città, alle famiglie, ai giovani, agli anziani, ai disoccupati, ai lattanti che necessitano di asilo e mancano di aule e strutture adeguate. Neppure si può dare risposta per i dipendenti comunali, per le loro funzioni o posizioni da rivedere. I piani di priorità per interventi che si presentano sbilanciati, necessitano di tempo, di valutazioni attente per non essere soggiogati dalle risorse che mancano.  Suggerisco l’esempio in piccolo della città di Berlino.
Il mio pensiero(ma, io, non sono il Sindaco)presuppone la piena attuazione di quella mutazione culturale che, favorita dal confronto aperto e privo di retorica, consenta una collaborazione fattiva fra parti elette e parti rimaste sul territorio che, si sono adoperate attraverso idee e proposte verso la collettività. Ritengo sempre indispensabile che il Sindaco trovi un suo referente(consigliere non eletto) sul territorio e per il territorio. Una voce fuori dal coro per intenderci, capace e attenta ai cambiamenti, agli interventi, per trovare quell’equilibrio che non sia condizionato da fatti e posizioni amministrative o di partito. Francamente mi spettavo un inciso in questo senso da parte di Stucchi e perché no, magari dal presidente del consiglio Vallese. Un nuovo inizio presuppone cambiamento, rinnovamento. Un nuovo modo del confronto, dell’esporre, del dibattere, del dire e raccontare i fatti anche quando materialmente non ci sono fonti di risposte certe…Ho sentito retorica, elogi e sermoni su programmi elettorali che, suppongono realtà senza dare risposte. Vorrei ricordare all’assessore che la campagna elettorale è finita.  I mali li conosciamo, non serve elencarli per vendere l’informazione di cui nessuno necessita, se non il proprio io privo di argomenti.
Al punto “sei” era inevitabile l’assolo di Baldi dopo un’interpellanza che reputo paradossale…Uguali condizioni di partenza. Nasce un groviglio sulla domanda relativa alla messa in sicurezza dell’attraversamento della statale…Una debolezza di chi ha privilegiato altro, che oggi urla la tempistica per risolvere un fatto che poteva essere affrontato con la prima stesura del Pgt, mentre fu inserito nella seconda stesura, ma senza esito così come fu nell’interpellanza che presentò il consigliere Molinelli…Retorica, demagogia, punti di vista? Il fatto è che, ancora oggi si attraversa malgrado il fatto successo…Certo, non regna il buon senso fra i cittadini che, attraversano il tratto di strada come nulla fosse accaduto…Siamo tutti responsabili di un fatto grave a cui nessuno ha pensato di trovare una variante possibile…Oggi tutti sono bravi, tutti si spendono, tutti dicono, però, mancano i soldi…Il dare e avere, fra aree, cemento e scatole all’ingrosso poteva produrre la possibilità di un attraversamento sicuro già da tempo. Perché non ha avuto la priorità?... Perché  il manto erboso e non la passerella, il ponte o il sottopasso? Perché le opere di urbanizzazione e non la sicurezza? Perché il Centro sportivo e non subito anche il recupero e il ridisegno viabilistico di tutto il quartiere?...Oggi tutti parlano, mentre tutti dovrebbero stare zitti… La conclusione, non lieta, è che servirebbero, per superare gli empasse del presente, una èlite capace di analisi coraggiose ma anche” in egual misura, cittadini disposti a liberarsi dalla nebbia delle illusioni. Sono cambiati gli attori, ma, coloro che recitano il nuovo inizio, devono dimostrarlo…Questo primo stralcio non promette niente…


lunedì 24 giugno 2013

Proponiamo...

a) piani di recupero volti al recupero edilizio ed urbanistico di singoli immobili, complessi edilizi, isolati o parti del tessuto urbano di limitata estensione, i quali risultino fortemente caratterizzati sotto il profilo tipologico e morfologico. I piani devono perseguire, in maniera preminente, la conservazione e il recupero del patrimonio edilizio esistente e la valorizzazione della qualità ambientale del tessuto urbano nel quale lo stesso si inserisce, attraverso interventi di integrazione funzionale e spaziale, nonché l'aumento della sicurezza rispetto alle azioni sismiche;


Le casse Comunali non ci permettono divagazioni legate al recupero e alla riqualificazione fine a se stessa…

Ci sono però una serie di DL regionali ed Europei che se ben analizzati e se ben documentati i progetti di interesse pubblico, possono accedere ad essere visionati per essere partecipi di sovvenzioni che ci permetterebbero di recuperare parte della storicità presente nelle tipologie della nostra cittadina…Ho visionato giorni fa lo stabile che interessa tutto il gruppo che fa capo alla biblioteca. Un fiore all’occhiello come tipologia da riconvertire, riqualificare e ristrutturare…Un grosso problema se la pensiamo così per il prossimo futuro…

Il progetto potrebbe interessare un piccolo teatro, una serie di laboratori, un angolo ristoro con vista all’esterno sul verde da attrezzare e arredare, la biblioteca da ampliare, il cortile oggi ad uso parcheggio in comodato da chiudere e riordinare, collegandolo alla sponda opposta del  naviglio, con un ponte ad arte che serva da passaggio a piazza della Repubblica, che vorrei ritrovare attraverso un progetto degno di una piazza da vivere, non da mercato di basso livello. Pensare a questo contesto attraverso fatti di cultura, mostre, manifestazioni, concerti d’opera, rappresentazioni teatrali, sarebbe un punto qualificante per un’eccellenza che richiama l’utente ad esserci, per vivere gli eventi e la città…Penso alla cultura di ritrovare dei percorsi con indirizzi precisi e attrattive per nuove tipologie di servizio.

Una cittadina da vivere, una cittadina all’insegna dei servizi…Da qui anche la collaborazione dei commercianti, che, uniti devono proporre idee vincenti per recuperare anche il centro città…Banale certo, La sera alle 20,30 è tutto chiuso…Gorgonzola chiude le porte al mondo. Un caffè? Bella domanda…

Pensaci Angelo…TF, continua a proporre…Verrò di persona a chiedere, a proporti, a trovare soluzioni se come mi hai promesso mi darai ascolto…L’uomo sul territorio, spesso è meglio di colui che occupa una poltrona, non perché più intelligente, ma, perché più attento e meno distratto.

Mancuso TF



lunedì 3 giugno 2013

LO JUS SOLI



 
Di Vito De Santis

 

Sulla questione dello “jus soli”, ci sono almeno due certezze. Primo: che il problema della cittadinanza ai bambini “stranieri” nati in Italia non può essere ignorato. Il problema c’è e va affrontato e, possibilmente, risolto. Secondo: non è certo un problema la cui soluzione possa essere affidata ad un governo bicolore e di passaggio. Questo è un nodo politico, più volte, e non a caso, posto sul tavolo dal primo dei nostri politici, e che nel dibattito tra i partiti dovrà trovare il modo di essere sciolto. A conferma che per varare un’ ICI può bastare un “banchiere”, ma su temi sensibili deve scendere in campo la politica. Meglio se quella buona. Detto questo, si pone il problema su quale soluzione dare. Di sicuro la legge attuale con i suoi paletti un po’ datati non risponde più alla fotografia della nostra società, fatta di ragazzi di ogni colore, nati nei nostri ospedali, istruiti nelle nostre scuole, inseriti nelle compagnie dei nostri figli. Può darsi che a casa mangino il Kebab, ma poi per strada parlano in dialetto. E allora, la domanda è inevitabile: sono italiani o arabi, turchi o senegalesi, o qualunque altra cosa? Devono aspettare fino ai 18 anni e aver vissuto ininterrottamente in Italia prima di fregiarsi di questo “titolo”, prima di uscire dal limbo? O è giusto che il diritto del suolo su cui vivono, possa prevalere su quello del sangue da cui emanano? E’ chiaro che la regola per cui se nasci in un posto, hai automaticamente la nazionalità con i doveri, e soprattutto i diritti che ne conseguono, non può essere un colabrodo. Lo siamo già abbastanza come Paese in tema di immigrazione per aggiungere un altro foro. Automatismi di questo tipo andavano bene nell’ America dei coloni che aveva bisogno di attirare gente da ogni parte del mondo, e di farla sentire immediatamente americana. Noi abbiamo bisogno certamente di nuova linfa, ma con flussi regolati e regole ben precise al momento dell’ ingresso e dopo. Se no, come ricordava ironicamente qualcuno, finisce che diventiamo la sala parto del terzo mondo: vengono qui, anche da clandestine, e fanno un figlio. Le madri magari le rimpatriano, mentre i bambini italiani restano a nostro carico. Si estremizza ovviamente. Ma non è un caso che in tutta l’ Europa, esclusa la Francia, valga lo jus sanguinis e non lo jus soli. Con correttivi e facilitazioni, però. Quelli che appunto mancano, o sono carenti, nella attuale legge italiana. Allora, forse è bene evitare le barricate ideologiche (ed elettorali) della Lega, così come le aperture sbracate di quella sinistra estrema e di un certo mondo cattolico che non hanno mai un dubbio: tra un disgraziato italiano e uno straniero, la preferenza va sempre al secondo. Ricordando ovviamente che i migranti non vanno in conflitto con i benestanti dei centri storici, ma con i proletari delle periferie. Dunque, per quello che mi riguarda, è bene che l’ attuale criterio che fa prevalere il sangue sul suolo, sia mantenuto. Ma, come detto, con l’ elasticità ora assente. Portando a meno di 18 anni l’ età per ottenere la cittadinanza, ad esempio, o stabilendo un periodo limitato di permanenza dei genitori sul territorio (in Germania sono 8 anni) perché il figlio possa nascere italiano. Un equilibrio politico. Che sta forse in mezzo a una interpretazione estensiva del nobile appello del Presidente Napolitano (<<E’ una follia che i figli si immigrati nati in Italia non sia cittadini>>) e il meno nobile (<<Faremo le barricate>>) del Carroccio. Perché è vero che oramai, bianchi, neri o gialli, siamo tutti italiani. Ma è altrettanto vero che tra un Paese accogliente e un colabrodo, una differenza c’è. Ed è meglio che resti

mercoledì 29 maggio 2013

L' Onestà delle cose...

Mi viene solo da dirmi e dirvi, che è stato un disastro...Non ho alibi di cui vestirmi, solo la consapevolezza di non aver capito che non volevate niente di reale, solo illusioni di un Rinascimento che non sarà.
Grazie D. mancuso